La famiglia della Micro in scala 1/18 si arricchisce con un cavallo di razza, un vero purosangue nato per i minicircuiti e la competizione, ma con un occhio di riguardo anche per la riproduzione.Cronistoria del montaggio:
Prima di partire per le ferie natalizie chiedo a Fabio Domanin una Xray M18 per il test e puntualmente, al mio ritorno, trovo “sotto l’albero” la fiammante scatola del microbolide “Made by Hudy”. Dopo 38 ore di veglia ininterrotta per il volo intercontinentale di ritorno, non ho nessuna voglia di mettermi a “smacchinare”, ma la tentazione è veramente forte. Mi butto sul letto, ma non riesco a distogliere lo sguardo dalla scatola: almeno posso aprirla!
Un rapido sguardo e trovo gli attrezzi, i sacchetti dei componenti, la carrozzeria, il libretto di istruzioni (in inglese, ma assolutamente a prova di stupido, con chiarissimi disegni a colori), il materiale promozionale, gli adesivi e un certificato di garanzia; quest’ultimo è una sorta di “origine controllata” o meglio un “certificato di nascita”. La mia M18 è la numero “21405”. Nonostante i neuroni annebbiati dal fuso orario riesco a dedurre che ci sono almeno altri 21404 altri fortunati possessori di Xray al mondo; non male. Il fatto della “serie numerata” mi fa sentire comunque un privilegiato, come se la “mia” macchina non fosse anonima, ma speciale, con una identità. Torno a letto, ma continuo a guardare la M18 e, sempre vittima di allucinazioni sonno, mi sembra cha ance “lei” guardi me, ammiccando. In fondo sono solo 38 ore che sono sveglio… forse potrei montare l’avantreno… Senza neanche rendermene conto ho preparato il tavolo, gli attrezzi e sparso i sacchetti. Forse si tratta di sonnambulismo, ma sicuramente mi accingo ad assemblarla.
Si parte dal differenziale anteriore; è a ingranaggi, in plastica. Regolabile grazie a una vite che, attraverso una molla, determina la pressione, rendendo più o meno scorrevole il differenziale stesso. Con la vite lenta si ha un differenziale “libero” che progressivamente può essere indurito fino quasi al bloccaggio. Il tutto è contenuto in due solidi semigusci in plastica che fungono anche da base di ancoraggio delle sospensioni; il differenziale è già dotato di 4 cuscinetti (uno “grande” per ogni semiasse e due più piccoli per l’albero di trasmissione).
I due semigusci che conterranno il differenziale e su cui si fisseranno le sospensioni

Il Differenziale nella sua sede
Dettagli del differenziale anteriore regolabile
Le sospensioni sono semplici e geniali: 2 triangoli fissati sia ai barilotti che ai gusci del differenziale tramite delle sfere; nessuna regolazione, ma robustezza, precisione, leggerezza e semplicità. Ogni barilotto monta 2 cuscinetti e ospita un mini omocinetico in plastica con spina metallica; il “porta cerchione “ permette di fissare il cerchio gommato in due diverse posizioni, per variare la carreggiata.
Le semplici e geniali sospensioni:
 Mini semiassi omocinetici in plastica con spinotti metallici:
 I barilotti sono identici fra avantreno e retrotreno, come quasi tutte le plastiche
 La sospensione anteriore assemblata 
Guardo l’orologio e scopro, stupito, che sono passati solo 9 minuti. Mentre i miei assonnati neuroni tentano di decidere se è il caso di continuare, le mani, in maniera del tutto autonoma, hanno iniziato a lavorare sul retrotreno. Il differenziale non è regolabile ed è rinforzato da una spina metallica, ma per il resto si tratta del gemello esatto dell’avantreno con indubbi vantaggi per il costruttore (meno stampi significano minori costi) e per il modellista (minor numero di ricambi necessari); non essendoci necessità di sterzo, due tiranti determinano una convergenza fissa, ma, in caso di necessità, sarebbe semplice variarla con tiranti di lunghezza differente. Visto che ci avevo fatto la mano con l’avantreno, batto il mio record e in meno di 8 minuti il retrotreno è pronto.
Le sospensioni hanno un doppio punto di ancoraggio inferiore
La M18 numero 21405 continua a attirarmi come una sirena e non posso resistere: fisso avantreno e retrotreno al telaio e li unisco con l’albero di trasmissione in alluminio; il risultato è una macchina scorrevolissima. Sempre ipnotizzato monto il paraurti in spugna e gli ammortizzatori; pochi secondi dopo è la volta del tirante dello sterzo.

Ormai sogno di fare una “sgambata” notturna con il microbolide, ma mi rendo conto che manca il PowerPack (motore, microregolatore, microservo e pacco batteria). Il mio “Babbo Natale” di Pescara (al secolo Fabio Domanin) si è scordato mezzo regalo. Devo interrompere la mia “trance agonistica” dopo solo una ventina di minuti, ma la M18 è praticamente completa; posso andare a letto soddisfatto, con la signorina “21405” che mi strizza l’occhio dal tavolo di lavoro.

Domani, dopo un bel sonno, potrò scrivervi ancora di lei.
Claudio Cristofori Ora sei in: RisponderePerché la XRay ha messo in commercio dei differenziali a sfere, quando gli originali sono scorrevolissimi? | Da [04.02.2004 20:20 - Gianluca Cordella] ...non solo per il fatto che sono regolabili, ma anche perché, quando si montano sul modello dei motori classe 300 alimentati sia a 6 che 7.2V., il differenziale anteriore tende a bloccarsi in modo discontinuo, provocando un comportamento anomalo al modello (nelle curve, tornanti, entrate,ecc). Montando quelli a sfere questo problema è risolto, e questa notizia è ufficializzata dalla stessa XRay. Poi vi assicuro che i cerchi dell'HPI micro rs4 entrano perfettamente sugli adattatori (inner wheel) della XRay, li ho provati personalmente e sono anche più convenienti, (3 treni di cerchi HPI costano 10-12 euro massimo...)
P.S. Ho visto, sul sito, la storia dell'off-road a scoppio, e per me è stato come fare un viaggio ai miei primordi automodellistici; anche io ho avuto (all'epoca) un Leopard della SG, ed un Presto della Robbe...!, bei tempi quando un trasmissione "rozza" a catena era il "non plus ultra"..!
Gianluca Cordella (Roma)
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