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Intervista a Andrea Pirani (Locorotondo 2010)
La gara di Locorotondo vista da un grande finalista diretto come Andrea Pirani, nostro "insider" di lusso.

 

1.       Ciao Andrea, sei “reduce” dal Campionato Europeo di Locorotondo. Come ti sei trovato sulla pista pugliese dal punto di vista della guida?
Ciao Claudio. La pista di Locorotondo a prima vista può sembrare facile perché basta solamente avere tanto motore, ma poi girandoci e volendo girare in tempi buoni ci si accorge che non è così scontata come si possa pensare, tutt’altro. Direi che ha fatto una giusta selezione tra i piloti, degna di un campionato europeo.
 
2.       Un tracciato molto esigente per i motori, con consumi oltre gli standard…
Si appunto motori tirati dal primo all’ultimo giro, sempre in pieno, e con i rapporti più corti possibile per sentire il meno possibile l’effetto della gommatura e del caldo sulla pista.
 
3.       Fino all’anno scorso le piste “candidate” alle gare titolate erano soprattutto Fiorano, Cassino e Gubbio, poi ha prevalso la candidatura di Locorotondo. Come mai?
Come mai non lo so, bisognerebbe chiedere all’Efra che ha scelto Locorotondo. La commissione che aveva il compito di decidere il luogo dell’europeo era sicuramente a conoscenza degli standard qualitativi elevati di Fiorano, Cassino e Gubbio. Forse hanno voluto dare giustamente la possibilità ad altre piste, tra cui Locorotondo, di emergere sia in Italia che in Europa.
 
4.       Ho sentito molti elogi all’organizzazione, ma i piloti in pista erano pochi per un evento del genere. Quale è la causa secondo te? Crisi economica, sede geograficamente poco felice o altro?
La crisi indubbiamente c’è, ma credo che i grandi assenti a questo europeo siano stati proprio gli Italiani, solamente 35. Gli stranieri erano presenti più o meno tutti, quelli che mancavano si contavano su una mano. La nazione ospitante purtroppo ha avuto secondo me pochi posti, e ciò non dipende né dall’AMSCI né tanto meno dai piloti stessi.
 
5.       Per voi piloti Mugen, l’ultima gara a cavallo fra la MRX4 e la MRX5. Cosa ne pensi?
È iniziata una nuova avventura che si chiama MRX-5, la MRX-4 ha chiuso un ciclo durato molti anni e che l’ha sempre vista primeggiare.
 
6.       In qualifica un grande risultato con la finale diretta insieme a Pietsch, Balestri e Collari. Una bella soddisfazione dopo il deludente Mondiale di Lostallo.
La finale, anche non diretta, era l’obbiettivo minimo, visto il conto in sospeso che avevo da Valencia 2008 quando mi ritirai mentre ero in testa alla gara. Quindi io, i miei obbiettivi, li ho centrati. Posso dire che almeno in finale c’ero, e non è da tutti oggi giorno.
 
7.       In finale purtroppo, non tutto è andato come avresti  voluto. Cosa ne pensi?
Si, voglio precisare che fino al sabato Pietsch e Balestri avevano un passo e giri veloci per me irraggiungibili, mentre in finale grazie ad alcune modifiche riuscivo a stare lì con loro e nella prima parte di gara riuscivo ad avvicinarmi a Balestri. Avrei potuto giocarmi il 2° e 3° posto, la vittoria non credo.
 
8.       Robert Pietsch ha “dominato” dall’inizio alla fine. Non male come esordio con la MRX5 non solo veloce, ma anche affidabilissima.
Si, dominio è la parola che gli si addice di più in questo europeo. Meritato dal primo giorno questo successo. Macchina molto affidabile, come del resto era il modello precedente.
 
9.       Grande gara anche per Dario Balestri che è si è sempre mantenuto “a tiro” di Robert, pur senza mai poterlo impensierire. Una Motonica sempre più competitiva.
È sempre bello vedere un pilota italiano che utilizza macchina, motori e gomme prodotti in italia salire sul podio.
 
10.   Kyosho e Serpent come le vedi?
Bè, sulla Kyosho non posso esprimermi perché ce ne è sempre e solo una in gara, quella di Collari. Male sicuramente non va.  Serpent invece ha sempre un buon squadrone, però è un europeo del tutto da dimenticare, non sono mai stati veloci e competitivi.
 
11.   Dietro la coppia di testa, il vuoto. Praticamente tutti i finalisti hanno avuto problemi più o meno seri e anche Collari (3°) è a distanza abissale.
Si, problemi un po’ per tutti, a ribadire il concetto che la pista è molto selettiva per i materiali.
 
12.   Quello che balza all’occhio è anche il risultato della Novarossi che ha lasciato agli avversari le briciole. Poche briciole!
Si, una pista che mette in difficoltà i motori fa emergere la qualità del prodotto. E a Locorotondo è emersa la Novarossi, gli avversari praticamente inesistenti.
 
13.    Chi ti ha sorpreso positivamente, e chi ti ha deluso?
Mi ha sorpreso l’organizzazione di questo Europeo, ottima veramente. Delusioni non ce ne sono state, la pista ha parlato chiaro, chi era in finale e chi ha vinto ha ragione.
 

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