WC Lostallo 2009 IFMAR: Cronaca della finale | Cronaca di una finale annunciata: Collari il predatore, Pietsch la lepre e tutti gli altri protagonisti.
Cronaca di una finale annunciata.
di Claudio Cristofori
La finale si avvicina. Dopo il rinvio per il nubifragio di sabato pomeriggio, l’appuntamento in pista è per le 10 della domenica. La temperatura è molto più umana di quella che ci saremmo trovati alle 16 della domenica. Siamo al limite delle “maniche lunghe”. Buona parte del tracciato è ancora in ombra, ma presto il sole lo coprirà interamente, intiepidendo l’asfalto. Durante l’ora di finale poi, le condizioni cambieranno ancora: gommatura, temperatura, umidità. Rischia di essere un terno al lotto, soprattutto per i motori.
Le condizioni della pista sono un’incognita: lo scroscio d’acqua ha lavato parzialmente la gommatura, così l’IFMAR ha fatto girare alcuni concorrenti eliminati nei quarti e in semifinale per “pulirla”. Salven nell’occasione ha girato in tempi “mostruosi”, quindi il tracciato è veloce (anche grazie alla temperatura), ma appena si esce dalla traiettoria ideale prevale lo “sporco”. Se poi si finisce nell’erba, è finita: gomme bagnate e almeno un altro mezzo giro da percorrere “sul ghiaccio”. Un’uscita di strada equivale a quasi un giro perso fra il tempo di recupero e le esibizioni in piroette. I piloti lo sanno e dovranno stare molto attenti a non commettere errori, soprattutto nei primi giri.
Mentre aspettiamo pensiamo alla “cabala”. Lamberto Collari ha vinto fino ad ora 8 mondiali su 10 a cui ha partecipato (80%). Non ha mai perso un Mondiale dopo aver centrato la qualifica diretta (100%, oggi parte con il numero 2). Sono 20 anni esatti dal suo primo titolo iridato, e tutti sappiamo come vorrebbe festeggiare…
Sulla carta l’ostacolo più grande al 9° titolo di Lamberto è Alberto Picco. L’uomo che nel 1997 lo sfidò nel più bel duello Mondiale della storia. Alberto parte con il numero 3 ed è in piena forma. Ha tutto per vincere: macchina, motore, esperienza e velocità.
Se sulla carta Picco è l’ostacolo maggiore, sulla pista per il momento è stato Robert Pietsch a dominare. Nelle libere e nelle qualifiche. Sul singolo giro e sui 10 minuti. Mostruoso. È chiaro che il suo ruolo sarà la lepre.
Robert Pietsch (Mugen/Novarossi/ATS/Sanwa)
Fra gli altri finalisti, l’attenzione si posa su Green e Shimo. Entrambi veloci, ma soprattutto entrambi esperti e regolarissimi. Li si aspetta nella seconda parte di gara, dopo la selezione naturale.
Bertin sarebbe da mettere nel novero dei favoriti, ma una tendinite lo costringe a correre sotto sedativi e con la mano destra all’80%. Il suo cervello però è al 100% ed è un’arma mortale.
Il ruolo di “guastatori” è coperto da Swauger, D’Hondt, Vrielijnck e Balestri. Tutti e quattro sono però alla prima esperienza in una finale di Campionato del Mondo 1/8. La finale è già un successo, ma loro sono capaci di tutto, nel bene e nel male.
Si accendono i motori e i dieci finalisti si buttano in pista. Il tempo scorre e i piloti cercano di capire se l’assetto pensato per il giorno prima è ancora valido. Il tempo per intervenire è poco. Quasi nullo. Mi aspetto la classica “sospensione tecnica” di 10 minuti richiesta da chi è in difficoltà, ma sono smentito e si va sulla griglia di partenza.
Il cuore inizia a accelerare. 10, 9 , 8, 7, 6, 5, 4, 3… Via! I 10 motori cantano all’unisono e i modelli schizzano verso il primo curvone. Sul traguardo Pietsch precede Collari e Picco. Shimo ha “saltato” Green per la 4° piazza e Mark è insidiato anche da Bertin. Poi abbiamo D’Hondt, Vrielijnck, Balestri e Swauger che è stato risucchiato in fondo al gruppo. Pietsch fa subito la lepre (come previsto), ma sono i piloti di esperienza che sorprendono in negativo. Shimo e Green si toccano: l’inglese perde un paio di secondi, ma è il giapponese ad avere la peggio: con le gomme bagnate perse quasi mezzo giro. Non è finita però perché Green e Picco sbagliano: Alberto compie uno spettacolare testacoda nel curvone mentre Mark perde oltre mezzo giro in una sequenza di errori (anche a gomme bagnate).
Gli occhi tornano sulla testa della corsa. Pietsch è scatenato: gira in 20” netti e già al 10° giro piazza uno stratosferico 19”981. Vuole fare il vuoto dietro a sé, come in qualifica. È sicuro di se, perfetto nella guida. Imbattibile. O quasi. Alle sue spalle solo Collari resiste al “forcing”. Lamberto è circa 3 decimi al giro più lento e perde progressivamente. All’11° giro però inizia a “rispondere al fuoco nemico” con un 20”071 che sembra dire “guarda che ci sono anch’io!
All’11° giro Swauger è il primo a rifornire (30”006, un tempo di Pit Stop lentissimo rispetto ai concorrenti); ricordiamo che il primo giro è “dimezzato” (si parte sul rettilineo), quindi Swauger ha compiuto solo 10 giri con il primo pieno; una scelta abbastanza “curiosa”. Al 12° giro è il turno di Balestri, Shimo, Green e Vrielijnck. Al 13° entrano Bertin, Picco e D’Hondt. Pietsch rientra al 14° mentre Collari, fra lo stupore generale, entra solo al 15° giro. Lamberto fa i 5 minuti! Come in qualifica. Se continua così guadagnerà un pieno su Pietsch, due su Bertin, Picco e D’Hondt. Almeno 3 su tutti gli altri!
Al 15° giro Pietsch raggiunge il suo massimo vantaggio su Collari: 3”251. Ma sa anche che dovrà fare un rifornimento in più. Forse la sicurezza che lo ha cullato per una decina di giorni, inizia a sgretolarsi. Mister 8 Campionati del Mondo è lì a 3 secondi e viaggia come un treno. Un freccia rossa.
Lamberto è una volpe. Sa che è il momento di spingere. Durante il secondo pieno è lui a guadagnare due decimi al giro. Il cronometro è spietato e per Lamberto si apre una sequenza killer: 20”192, 19”959, 20”211, 20”027, 19”957, 20”093, 20”185… Al 26° giro, prima del Pit Stop, Lamberto è a 2”423, ma il secondo recuperato è nulla rispetto a quanto ha guadagnato psicologicamente Collari rispetto a Pietsch. Lo speaker continua a urlare “Collari, best lap 19”957”. Pietsch sa di essere un Campione, sa di essere stato il migliore per 10 giorni. Ma accanto a lui non c’è un campione. C’è una leggenda. Adesso è Collari il migliore. Pietsch non può fare altro che il suo ruolo: la lepre. Ma la lepre ora è la preda.
Lamberto Collari Adrein Bertin (Kyosho/Nova/ATS/Sanwa)
Al 2° rifornimento Pietsch fa il miracolo, rischia al 100%, entra nei box come un forsennato e recupera oltre un secondo su Collari (27”1 contro 28”4), ma Lamberto in pochi giri riporta il distacco a 2”. La lepre è bravissima, agile e sfuggente. Ma è braccata da un predatore imbattibile. È un’altra spallata alla sicurezza di Pietsch.
Ormai i due pretendenti al titolo sono “sfasati”. Al 38° giro Pietsch entra per il suo 3° rifornimento che Collari fa 5 giri dopo (43° passaggio). I due si aternano al comando (con il gioco dei rifornimenti), ma il tedesco è ancora davanti (a parità di Pit Stop).
Al 49° giro Collari è solo a 7 decimi da Pietsch. Quando al 50° giro il tedesco rifornisce, Collari prende il comando, forza i tempi e decide che è il momento di mordere la lepre. Rifornimento perfetto al 57° giro e Pietsch è dietro, definitivamente. Quattro decimi dietro. Ma decimi molto pesanti. Anche perché Pietsch dovrà fare un pieno in più ed è anche già in crisi di gomme. Fare la lepre gli è costato caro. Forse anche troppo. Non deve più preoccuparsi di Collari, ma di chi è dietro. Distratti dalla lotta per la vittoria (o dalla caccia alla lepre?) ci siamo dimenticati degli “altri”.
Al 60° giro tutti gli altri concorrenti sono a distanza di sicurezza. D’Hondt, Swauger e Bertin sono doppiati e lottano per il terzo posto, raccolti in pochi secondi. Green è 6° (a un giro e mezzo) alternando ottimi tempi a pericolose divagazioni. Picco, Balestri e Vrielijnck navigano a 2 giri e mezzo dal leader (circa 50 secondi). Shimo è ultimo a oltre un minuto e mezzo. Ci spiace molto per gli italiani; Alberto ha avuto anche un problema alla gomma (in seguito a una uscita) mentre Dario ha la marmitta danneggiata a causa d un contatto con Green. Di fatto entrambi sono già fuori dalle posizioni che contano, sia per il distacco, sia per il ritmo che non gli può consentire recuperi miracolosi.
A 25 minuti di gara Pietsch alza bandiera bianca e cambia le gomme. Il forcing con Collari lo ha lasciato sui cerchi. Adesso i suoi avversari si chiamano D’Hondt, Swauger e Bertin.
Adrein Bertin (Kyosho/Orion/Matrix/Futaba)
80° giro. Metà gara. E Lamberto cambia le gomme. Quando è in pista lui, tutto sembra facile. Andrea (Gardini) e Luca (Poggiali) non sbagliano un colpo. Anche quando lavorano loro ai box, tutto sembra facile. All’87° giro Pietsch spegne e perde oltre un giro. Da inizio gara Robert riforniva ogni 12 giri e il meccanico questa volta lo ha chiamato al 13°; un giro troppo tardi, un giro perso…
Collari mette il pilota automatico. 20”3 – 20”4. Un metronomo che non lascia scampo. Alle sue spalle Swauger picchia come un fabbro, anche perché fa un’esagerarazione di rifornimenti e, per completare l’azione masochistica, ogni rifornimento perde almeno 2 secondi in più degli avversari. È comunque uno dei più veloci in pista. Non sbaglia nulla. Non può sbagliare nulla perché alle sue spalle Bertin non perde un colpo, anche se è un pelo meno veloce. Chi purtroppo ha salutato la compagnia è D’Hondt che inizia a soffrire per delle spente. Peccato perché era un esordiente più che convincente.
Al 120° giro Collari trotta sempre in testa, senza sbavature, senza eccessi, senza sprechi. Non so come abbia miniaturizzato un Traction Control nel pollice, ma c’è riuscito. Swauger è secondo a poco più di un giro (22”). Terso è Pietsch (a 33”) poi segue Bertin (39”), Picco (55”), D’Hondt (63”), Green (69”), Balestri (71”), Vrielijnck (90”) e Shimo (95”).
Siamo in dirittura di arrivo ormai. Pietsch precipita (cambio gomme a 8 minuti dalla fine, quando era ancora sui cerchi e spenta all’ultimo pieno). Swauger cambia le gomme per la seconda volta. Gara perfetta la sua. Abituato a piste molto corte e strette, a piazzali piatti, ad addittivi e asfalti trattati, si è trovato sulla pista più lunga e larga del mondo, senza addittivi, con le curve “paraboliche” e l’asfalto gommato solo in traiettoria. Nonostante una politica di pieni e cambi gomme “suicida”, nonostante i Pit Stop più lenti del Mondiale, è arrivato secondo, dietro a Collari. Un monumento non glielo toglie nessuno! Bertin avrebbe forse l’opportunità per la zampata da secondo posto, ma gli ultimi giri sono di sofferenza (fisica) per la tendinite. Ma il guerriere gallico non molla e tiene con i denti un podio che stramerita. Dopo Collari, è lui il pilota che vorrei sempre in squadra. Bandiera a scacchi. Si spengono i motori e i riflettori tornano su Lamberto Collari. Per la nona volta. Con lui si illuminano Kyosho, Novarossi, ATS e Sanwa. Ma quando brilla Lamberto, pochi notano i marchi che hanno vinto, meritatamente, con lui. Per tutti appuntamento fra 2 anni. Forse negli States. In casa del ViceCampione del Mondo Swauger.
Lamberto Collari con Mike Swauger (2°) e Adrien Bertin (3°)
Ora sei in: RispondereDa [26.08.2009 13:33 - stewe] Gran bel resoconto del mondiale, ma il Picchio é sempre il piu forte. Scusa Claudio ma hai scritto gomme ATS vero?
Da [02.09.2009 18:05 - Armando] Lamberto, una leggenza un mito... un mostro di bravura!!! GRANDEEEEEEEEEEE Armando D'Apice
Da [20.12.2009 22:53 - pinokyosho] Semplicemente inarrivabile è un icona intramontabile, quando parli di modellismo parli di Collari, semplicemente straordinario, la cosa più importante è che è Italianoooooo grazie Lamberto e continua così.... pinuccio da Larino (CB)
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